TUTTA COLPA DELLA SEROTONINA
GIORNATE FREDDE,POCHE ORE DI LUCE,CALI DELL'UMORE E MOTIVAZIONALI PER IL RUNNER.ECCO PERCHE' CI ACCADE E COME REAGIRE.
All'inizio di ogni inverno ci chiediamo sempre se la legge del letargo non valga anche per gli umani.Perchè mentre il sole si muove sempre più basso sulla linea dell'orizzonte e le ore di luce diminuiscono progressivamente,anche la voglia di allenarsi subisce una caduta verticale.
In realtà un certo grado di abbassamento del tono dell'umore nei mesi invernali è considerato normale.Si ha meno voglia di fare (e quindi di correre) e ci si sente più apatici.
IL DISTURBO AFFETTIVO STAGIONALE
Di fatto il passaggio alla stagione fredda può comportare disturbi dell'umore molto marcati,che si accompagnano a modificazioni ormonali e comportamentali. E' il caso del DAS (disturbo affettivo stagionale), una forma particolare di depressione che si presenta con una distribuzione particolare all'interno della popolazione mondiale:è correlata infatti alla distribuzione geografica.Più ci si avvicina alle alte latitudini ( cioè ai poli ), più elevata diventa la sua incidenza percentuale.Il disturbo affettivo stagionale è infatti legato alla carenza di luce solare : chi sofrre di DAS si sente spento,presenta tono dell'umore basso, sonnolenza e difficoltà di risveglio mattutino, stanchezza facile, aumento dell'appetito e incremento ponderale. E' stato calcolato che a Tromso, in Norvegia, città che si trova ad una latitudine di 69 gradi e che per due mesi all'anno non vede il sole alzarsi al di sopra dell'orizzonte, il 24% della popolazione soffra di DAS. L'esposizione ai raggi solari e alla luce intensa favorisce la secrezione della serotonina, il neurotrasmettitore del buon umore e, al contrario, inibisce la produzione di melatonina, l'ormone promotore del sonno. Sintetizzando, la dinamica dei cambiamenti invernali, sembrerebbe essere la seguente : le giornate d'inverno, con meno ore di luce a disposizione, indurrebbero un calo nella produzione della serotonina. Questa diminuzione sarebbe a sua volta responsabile dell'abbassamento del tono dell'umore, che si accompagna a minore voglia di fare, svogliatezza e pigrizia. E ne fanno le spese, naturalmente, anche la motivazione e il rendimento del runner. Ma come possiamo reagire a questa minore voglia di fare? Una ricerca americana ci fornisce la soluzione paradossale : sforzandoci di vincere la pigrizia e continuare ad allenarci come prima . I ricercatori americani hanno diviso 156 pazienti depressi in tre gruppi : un gruppo assumeva un farmaco antidepressivo che aumentava la quantità di serotonina nel sistema nervoso, un altro faceva esercizio fisico di endurance e un terzo gruppo utilizzava un mix dei due strumenti. La conclusione è stata che l'esercizio fisico è risultato efficace quanto il farmaco. Ora quindi non ci sono più scuse : quando vi viene il magone guardando le foglie cadute dai rami e l'occhio indulge alla lacrima facile, mettetevi le scarpette. Vi sembrerà che sia tornata la primavera.
Estratto dalla rivista Correre